Cultura in Metin2: Introduzione alle Lingue

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Attraversando le varie mappe del gioco con un pò di attenzione possiamo trovare ideogrammi di vario genere più o meno visibili, sui vasi, sui mob, sulle corazze e persino sugli edifici, ovunque. Sin dalla creazione del Pg li incontriamo dando per scontato che il loro significato sia appunto: Guerriero,Ninja, Shamana e Sura quando invece non è così. Riprenderemo questo ed altro più avanti mostrando e spiegando i vari Ideogrammi di cui son composti con la rispettiva traduzione e spiegazione. Prima di questo però è fondamentale precisare delle cose, senza le quali tutto questo lavoro non avrebbe senso. Ai nostri occhi le scritture orientali formate da Ideogrammi sembrano tutte uguali, invece non è così. Gli Ideogrammi variano da lingua a lingua a seconda del Paese. Analizzeremo qui di seguito quelli principali che possiamo trovare su Metin.

Cinese mandarino

"Lingua cinese scritta", in caratteri cinesi

La lingua cinese - meglio conosciuta come cinese mandarino che è il dialetto più diffuso in tutta la Repubblica Popolare Cinese - hanyu (汉语; "lingua cinese parlata") o zhongwen (中文; "lingua cinese scritta"). Anche se il mandarino è considerato spesso per motivi culturali come una sola lingua, ha tuttavia una sua variazione regionale. Nonostante ciò, tutti gli utenti delle varietà parlate di cinese hanno usato sempre una lingua scritta convenzionale comune che è stata chiamata "cinese vernacolare". È divisa in otto dialetti molto diversi tra loro ed il principale di questi è il mandarino standard, che è la lingua madre con il maggior numero di parlanti al mondo.
Ci soffermeremo però più sulla lingua scritta che è poi quella che ci interessa, in quanto il rapporto tra lingua scritta e parlata cinese è molto complesso. Questa complessità è dovuta al fatto che le numerose varietà del cinese parlato hanno attraversato secoli di sviluppo a partire dalla Dinastia Han, mentre lo scritto è cambiato molto meno.
Fino al XX secolo, la maggior parte della scrittura cinese convenzionale è stata fatta in wényán (文言), tradotto come "cinese classico", un po' come il latino classico lo è dalle moderne lingue romanze. Nel 1919 il modello convenzionale per il cinese scritto è stato cambiato in báihuà, (白話/白话), o cinese vernacolare, non completamente identico alla grammatica ed al vocabolario del mandarino parlato moderno, anche se basato principalmente su di esso. Il termine "cinese scritto standard" si riferisce ora al cinese vernacolare.

I caratteri cinesi

La lingua scritta cinese impiega caratteri cinesi (漢字/汉字; pinyin: hànzì), basati su logogrammi, dove ogni simbolo rappresenta un morfema (un'unità espressiva della lingua). Inizialmente, i caratteri erano immagini dei loro significati, ma col tempo divennero stilizzazioni e misure sempre più complicate furono adottate per esprimere i concetti più astratti. Oggi, la maggior parte dei caratteri contiene un elemento (il fonetico) che dà (o dava una volta) un'indicazione ragionevolmente buona della pronuncia e un altro componente (il radicale) che dà un'indicazione del significato. La somiglianza pittorica con gli oggetti è stata persa con la stilizzazione. Molti stili di scrittura calligrafica cinese si sono sviluppati durante i secoli, come 篆書 zhuànshū, "stile dei sigilli", 草書 cǎoshū, "stile corsivo", 隸書 lìshū, "stile amministrativo (o dei cancellieri)", e 楷書 kǎishū, "stile esemplare". In Giappone e Corea, i caratteri degli Han sono stati adottati ed integrati nelle lingue e sono diventati, rispettivamente, kanji e hanja. Il Giappone ancora usa il kanji come parte integrante del proprio sistema di scrittura; invece l'uso in Corea degli hanja è diminuito (fino alla totale scomparsa in Corea del nord).

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Coreano

La lingua coreana è parlata da circa 78 milioni di persone nella penisola coreana.
I nomi locali sono: Chosŏnŏ (Hangŭl 조선어, Hanja 朝鮮語) o Chosŏnmal 조선말 (朝鮮말) in Corea del Nord anche Hangugŏ 한국어 (韓國語) o Hangugmal 한국말 (韓國말) in Corea del Sud. I diversi nomi derivano dalle diverse denominazioni della Corea del Nord o della Corea del Sud per il loro paese.
La lingua coreana utilizza a partire dal XV secolo una propria scrittura, l'Hangŭl (tradotto significa "lettere coreane").
Buona parte della lingua coreana utilizza prestiti di origine cinese, e infatti il metodo di scrittura cinese è utilizzato anche in Corea, anche se sta cadendo vertiginosamente in disuso. In Corea del Nord si utilizza esclusivamente l'Hangŭl. La creazione dell'alfabeto coreano risale al 1443, quando il re Sejong (r.1418-1450) della dinastia Yi/Chosŏn (1392-1910), insieme ad un gruppo di letterati confuciani del Chiphyonjon (lett. "Istituto per la raccolta della virtù", organo poi smantellato dal successivo re Sejo) ideò un sistema di scrittura che aderisse al meglio alla lingua della penisola. Venne così ideato lo Hunmin chong'um(cin.訓民正音,lett. "giusti suoni per educare il popolo", avrebbe preso il nome di Han'gul solamente di recente), il quale avrebbe subito un periodo di "rodaggio" della durata di tre anni, nei quali ne sarebbe stata saggiata la funzionalità, nonché studiata la recezione da parte del popolo. Non è un caso, né tantomeno un'esaltazione intrisa di nazionalismo, il considerare l'alfabeto coreano come una delle invenzioni più geniali della storia delle lingue nel mondo.
L'alfabeto attualmente utilizzato in Corea è il seguente:

Alfabeto coreano.JPG


L'alfabeto coreano è composto da 21 vocali (11 semplici e 10 doppie) e 19 consonanti (14 semplici e 5 doppie), suoni che possono essere combinati fra loro per formare sillabe.
E' stato semplificato nel tempo ed è diventato di facile comprensione e apprendimento.
L' Hangŭl è anche facile da scrivere, e ciò ha notevolmente incrementato il tasso di alfabetizzazione nel paese e ha contribuito a sviluppare ampiamente l'industria editoriale.
Si scrive da sinistra a destra, con le righe disposte dall'alto in basso. La scrittura antica, con i caratteri disposti dall'alto in basso e le righe da destra a sinistra, è ancora usata in casi particolari.
I due più noti sistemi di trascrizione del coreano in lettere latine sono il McCune-Reischauer (MCR), e la Romanizzazione (RRS, Revised Romanization System) adottata dal governo coreano nel 2000.

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Giapponese - I Kanji

Kanji.png

La lingua giapponese (日本語 nihongo) è una lingua parlata in Giappone e in numerose aree di immigrazione giapponese.
Il sistema di scrittura giapponese si basa sui due kana (hiragana e katakana), alfabeti sillabici e sui kanji (caratteri di origine cinese), i sinogrammi.
I kanji ("Caratteri Han" cioè "Caratteri cinesi") sono i caratteri di origine cinese usati nella scrittura giapponese. I kanji derivano dalla scrittura cinese, che una volta introdotta in Giappone apportò mutamenti sostanziali alla lingua giapponese. In generale i caratteri si usano per rappresentare le parti morfologicamente invariabili delle espressioni giapponesi. Un kanji può quindi rappresentare la radice dei verbi, degli aggettivi o, integralmente, una buona parte dei sostantivi della lingua giapponese.
Poiché un sistema di scrittura straniero venne associato alla lingua parlata giapponese, tutt'oggi un kanji presenta di norma (almeno) due pronunce anche se possono arrivare fino a sedici modi diversi di lettura. La lettura detta on (on'yomi) di un kanji deriva a livello fonetico dalla sua pronuncia cinese. La kun'yomi è invece la lettura d'origine giapponese attribuita al kanji al momento della sua "importazione" in Giappone.

L'hiragana è impiegato specialmente per i prefissi, i suffissi, le particelle (o posposizioni) parti grammaticali giapponesi che non si rappresentano con i kanji. Viene usato inoltre per trascrivere la pronuncia dei kanji (prendendo il nome di furigana), sia per motivi didattici (nel caso di kanji rari) sia per scrivere sul computer (ogni ideogramma è scritto inizialmente come sequenza di segni hiragana e poi sostituito da uno dei kanji che hanno quella pronuncia).

Il katakana, in alcuni casi simile allo hiragana, ma più rigido e squadrato, è attualmente impiegato soprattutto per trascrivere le parole di origine straniera (adattate naturalmente alla fonotassi giapponese: non tutti i suoni stranieri sono infatti presenti nell'alfabeto katakana, per esempio a causa del rotacismo). Inoltre può essere usato quando si vuol dare una maggior enfasi a determinati termini giapponesi all'interno di un testo. Fra i giovani è sempre più diffuso l'uso dei katakana per scrivere sostantivi giapponesi dai kanji troppo difficili o antiquati. Vengono infine usati per la scrittura delle voci onomatopeiche.

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