Differenze tra le versioni di "Cultura in Metin2: Boss"

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(Cina)
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Nelle leggende cinesi porta il nome di '''Huli jing''' (狐狸精) o '''jiuwei hu''' (九尾狐).  
 
Nelle leggende cinesi porta il nome di '''Huli jing''' (狐狸精) o '''jiuwei hu''' (九尾狐).  
 
Gli spiriti volpe che si incontrano nella saghe e nelle leggende sono per lo più femminili ed hanno l'aspetto di donne giovani e belle. Pertanto, questa figura mitologica è indicata spesso con il nome di ''donna volpe'', "ovvero la donna che possiede le qualità - agilità, malizia, appetiti insaziabili, natura sfuggente - che la volpe ha nelle regioni del folclore e nel Classico della Poesia".
 
Gli spiriti volpe che si incontrano nella saghe e nelle leggende sono per lo più femminili ed hanno l'aspetto di donne giovani e belle. Pertanto, questa figura mitologica è indicata spesso con il nome di ''donna volpe'', "ovvero la donna che possiede le qualità - agilità, malizia, appetiti insaziabili, natura sfuggente - che la volpe ha nelle regioni del folclore e nel Classico della Poesia".
Uno dei più noti spiriti volpe della mitologia cinese era Daji (妲己), che è ritratto nel romanzo Ming Fengshen Yanyi. Bella figlia di un generale, Daji fu obbligata a sposare il crudele tiranno Zhou Xin (紂辛 Zhòu Xīn). Uno spirito volpe a nove code che serviva Nüwa, che Zhou Xin aveva offeso, entrò in lei e si impadronì del suo corpo, scacciando l'anima della vera Daji. Lo spirito, sotto le spoglie di Daji, ed il suo nuovo marito ordirono crudeli complotti ed inventarono molte torture, come obbligare ufficiali onesti ad abbracciare pali di metallo rovente. A causa di tali crudeltà, molte persone, compresi gli stessi ex generali di Zhou Xin, si ribellarono e combatterono contro la sua dinastia (quella degli Shang). Infine, il re Wen di Zhou, uno dei vassalli degli Shang, fondò una nuova dinastia che prese nome dal suo paese. Lo spirito volpe nel corpo di Daji fu poi scacciato da Jiang Ziya (姜子牙), il 1° Primo Ministro della dinastia Zhou.
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Uno dei più noti spiriti volpe della mitologia cinese era Daji, che è ritratto nel romanzo Ming Fengshen Yanyi. Bella figlia di un generale, Daji fu obbligata a sposare il crudele tiranno Zhou Xin. Uno spirito volpe a nove code che serviva Nüwa, che Zhou Xin aveva offeso, entrò in lei e si impadronì del suo corpo, scacciando l'anima della vera Daji. Lo spirito, sotto le spoglie di Daji, ed il suo nuovo marito ordirono crudeli complotti ed inventarono molte torture, come obbligare ufficiali onesti ad abbracciare pali di metallo rovente. A causa di tali crudeltà, molte persone, compresi gli stessi ex generali di Zhou Xin, si ribellarono e combatterono contro la sua dinastia (quella degli Shang). Infine, il re Wen di Zhou, uno dei vassalli degli Shang, fondò una nuova dinastia che prese nome dal suo paese. Lo spirito volpe nel corpo di Daji fu poi scacciato da Jiang Ziya, il 1° Primo Ministro della dinastia Zhou.
 
Tipicamente gli spiriti volpe erano considerati pericolosi, ma molti racconti (ad esempio nella raccolta ''Racconti straordinari dello studio Liao di Pu Songling'') hanno un lieto fine con una storia d'amore tra una donna volpe ed un giovane umano. In tali storie questi spiriti sono quindi rappresentati con emozioni umane, e sotto forma di donne (sempre giovani e belle...) possono perfino sposarsi ed avere figli.
 
Tipicamente gli spiriti volpe erano considerati pericolosi, ma molti racconti (ad esempio nella raccolta ''Racconti straordinari dello studio Liao di Pu Songling'') hanno un lieto fine con una storia d'amore tra una donna volpe ed un giovane umano. In tali storie questi spiriti sono quindi rappresentati con emozioni umane, e sotto forma di donne (sempre giovani e belle...) possono perfino sposarsi ed avere figli.
 
Nel moderno gergo mandarino e cantonese, il termine huli jing è un'espressione dispregiativa per descrivere una donna che usa il suo fascino per sedurre gli uomini (specialmente quelli sposati) allo scopo di sfruttarli. In questo senso, è affine alla figura della femme fatale della cultura europea.
 
Nel moderno gergo mandarino e cantonese, il termine huli jing è un'espressione dispregiativa per descrivere una donna che usa il suo fascino per sedurre gli uomini (specialmente quelli sposati) allo scopo di sfruttarli. In questo senso, è affine alla figura della femme fatale della cultura europea.

Versione delle 11:50, 23 apr 2013

In questo capitolo si andrà ad analizzare l'origine dei boss ed a quale figura delle leggende e delle religioni orientali si ispirano.

Grande Strega di Ghiaccio

File:GrandeStregaDiGhiaccio1.JPG
Grande Strega di Ghiaccio

Un boss molto ambito in Metin è la Grande Strega di Ghiaccio o più comunemente conosciuta come "La Strega". Sembra che si possa fare un acostamento e affermare che l'immagine di questo boss derivi dalla figura del folclore giapponese, ovvero la Yuki-onna (雪女 ; "donna delle nevi").
La Yuki-onna è una creatura soprannaturale del folclore giapponese appartenente alla classe degli yokai.

Yuki-onna

Aspetto

Essa appare come una bellissima donna alta, dai capelli lunghi, dalla pelle inumanamente pallida e talvolta perfino trasparente; quando appare di notte tra le nevi si confonde con il paesaggio. Talvolta indossa un kimono bianco, ma in altre leggende è nuda, con solo la faccia, i capelli e il pube in evidenza sulla neve. A dispetto della sua inumana bellezza, i suoi occhi provocano terrore nei mortali; inoltre nel camminare sulla neve non lascia orme.

Leggende

La yuki-onna, associata all'inverno e alle tempeste di neve, è secondo alcune leggende lo spirito di una persona morta al freddo nella neve. È allo stesso tempo bellissima e serena, eppure spietata nell'uccidere gli incauti viandanti. Fino al XVIII secolo, era quasi sempre ritratta come malvagia; oggi, invece, molte storie la descrivono in toni più umani, enfatizzando la sua natura spettrale e la sua bellezza effimera. In molte storie, le yuki-onna si rivelano ai viandanti intrappolati nelle bufere di neve, e usano il loro alito gelato per ucciderli e congelare il loro cadavere; in altre leggende invece si limita a condurli fuori dal sentiero per poi lasciarli morire assiderati.

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Nove Code

Un altro boss ispirato dalle leggende dell'asia orientale è il Nove Code.

Cina

Nelle leggende cinesi porta il nome di Huli jing (狐狸精) o jiuwei hu (九尾狐). Gli spiriti volpe che si incontrano nella saghe e nelle leggende sono per lo più femminili ed hanno l'aspetto di donne giovani e belle. Pertanto, questa figura mitologica è indicata spesso con il nome di donna volpe, "ovvero la donna che possiede le qualità - agilità, malizia, appetiti insaziabili, natura sfuggente - che la volpe ha nelle regioni del folclore e nel Classico della Poesia". Uno dei più noti spiriti volpe della mitologia cinese era Daji, che è ritratto nel romanzo Ming Fengshen Yanyi. Bella figlia di un generale, Daji fu obbligata a sposare il crudele tiranno Zhou Xin. Uno spirito volpe a nove code che serviva Nüwa, che Zhou Xin aveva offeso, entrò in lei e si impadronì del suo corpo, scacciando l'anima della vera Daji. Lo spirito, sotto le spoglie di Daji, ed il suo nuovo marito ordirono crudeli complotti ed inventarono molte torture, come obbligare ufficiali onesti ad abbracciare pali di metallo rovente. A causa di tali crudeltà, molte persone, compresi gli stessi ex generali di Zhou Xin, si ribellarono e combatterono contro la sua dinastia (quella degli Shang). Infine, il re Wen di Zhou, uno dei vassalli degli Shang, fondò una nuova dinastia che prese nome dal suo paese. Lo spirito volpe nel corpo di Daji fu poi scacciato da Jiang Ziya, il 1° Primo Ministro della dinastia Zhou. Tipicamente gli spiriti volpe erano considerati pericolosi, ma molti racconti (ad esempio nella raccolta Racconti straordinari dello studio Liao di Pu Songling) hanno un lieto fine con una storia d'amore tra una donna volpe ed un giovane umano. In tali storie questi spiriti sono quindi rappresentati con emozioni umane, e sotto forma di donne (sempre giovani e belle...) possono perfino sposarsi ed avere figli. Nel moderno gergo mandarino e cantonese, il termine huli jing è un'espressione dispregiativa per descrivere una donna che usa il suo fascino per sedurre gli uomini (specialmente quelli sposati) allo scopo di sfruttarli. In questo senso, è affine alla figura della femme fatale della cultura europea.

Corea

Nella mitologia coreana è conosciuta col nome di kumiho (구미호, hanja: 九尾狐), che significa letteralmente "volpe a nove code". Secondo le leggende, una volpe che vive 1000 anni si trasforma in una kimiho. Questa creatura si può trasformare in quello che desidera, ma spesso, come nella mitoliga cinese, la si ritrova come una bella giovane con l'intenzione di sedurre gli uomini. Anche se ha il potere di cambiare apparenza, rimane comunque qualcosa in lei che richiama la volpe; il suo aspetto esteriore cambia, ma la sua natura rimane la stessa. Nella traformazione del kimuoh (구미호의 변신, Kumihoeui byeosin) , una kumiho prende l'aspetto di una sposa in occasione di un matrimonio. La madre della sposa è lei stessa incapace di notare la differenza. La kumiho non sarà scoperta che durante la prima notte di matrimonio, quando dovrà togliersi i vestiti. Nel racconto Bak Munsu e la Kimiho (박문수와 구미호, Bakmunsuwa Kumiho), viene narrato l'incontro tra Bak Munsu e una ragazza che vive sola nel bosco, di cui l'apparenza fa pensare a una volpe. Il solo caso di trasformazione in un essere umano maschile viene riportato nel La giovane ragazza che ha riconosciuto un kumioh grazie a una poesia cinese (하시로 구미호를 아라낸 처녀, Hasiro Kumihoreul ari jeonyeo) in cui la kumiho viene scoperta quando un cane da caccia riconosce l'odore di una volpe e l'attacca.

Giappone

Questa figura è ripresa dalla famosa Kitsune (狐) che in giapponese significa semplicemente volpe. In Giappone vivono due sottospecie di volpi: la Volpe Rossa del Giapponee e la Volpe di Hokkaidō. Nella mitologia Giapponese sono considerati demoni, appartenenti anche'essi alla classe degli yokai. La più antica storia nota di una sposa-volpe, che costituisce anche un'etimologia popolare della parola Kitsune, è un'eccezione alla norma in quanto non finisce tragicamente. In questa storia, la volpe assume le sembianze di una donna e sposa l'uomo, e i due, nel corso dei molti anni vissuti insieme, hanno diversi bambini; lei è costretta a rivelare la sua identità quando, terrificata da un cane, ritorna alle sembianze volpine per nascondersi, in presenza di testimoni. Si prepara quindi ad abbandonare la casa, ma il marito la ferma dicendo "Ora che abbiamo passato tanti anni insieme, ed io ho avuto da te molti figli, non posso dimenticarti. Per favore torna a dormire con me." La volpe acconsente, e da allora ogni notte torna dal marito con l'aspetto di donna, e ogni mattina se ne va con l'aspetto di volpe. Per questo è chiamata Kitsune, perché in giapponese antico "Kitsu-Ne" significa "Viene e Dorme" mentre "Ki-Tsune" significa "Torna Sempre". Gli studiosi invece suggeriscono che le origini della parola "Kitsune" possano essere dovute ad un'onomatopea: "Kitsu" era il verso delle volpi secondo i giapponesi, "-Ne" è traducibile come "Rumore" perciò "Kitsune" identificherebbe l'animale attraverso il suo verso; però "Kitsu" non è più usato per indicare il verso della volpe da molto tempo, se mai lo è stato. Nella mitologia giapponese, si credeva che questi animali possedessero una grande intelligenza, vivessero a lungo ed avessero poteri magici. Il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane; si dice che una volpe impari a far questo quando raggiunge una determinata età. Le Kitsune appaiono spesso con l'aspetto di una donna bellissima, una dolce ragazzina o un vecchio, ma mai come una donna anziana. Altri poteri che sono spesso attribuiti alla Kitsune includono la possessione (vedi Kitsunetsuki sotto), la capacità di appiccare il fuoco con la/e coda/e o di sputare fuoco, il potere di entrare nei sogni e l'abilità di creare illusioni così complesse da essere quasi indistinguibili dalla realtà. Alcuni racconti vanno oltre, parlando di Kitsune con la capacità di piegare il tempo e lo spazio, di far impazzire, o di assumere altre forme oltre a quelle umane, come un albero altissimo o una seconda luna in cielo.
L'attributo fisico che più rappresenta una Kitsune è la coda, e ne può possedere fino a nove; generalmente, un maggior numero di code rappresenta una Kitsune più vecchia e più potente, e secondo alcune fonti la prima coda addizionale cresce solo dopo migliaia di anni, poi le altre in base all'età e alla saggezza acquisita. In ogni caso, le Kitsune che compaiono nei racconti popolari hanno sempre una, cinque, o nove code, forse a causa di qualche numerologia.
Quando una Kitsune arriva ad avere nove code, il suo pelo diventa argentato, bianco o dorato, e prendono il nome di Kyūbi no Kitsune (Volpe a Nove Code) guadagnando il potere della visione infinita.

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