Cultura in Metin2: Boss

In questo capitolo si andrà ad analizzare l'origine dei boss ed a quale figura delle leggende e delle religioni orientali si ispirano.

Grande Strega di Ghiaccio

File:GrandeStregaDiGhiaccio1.JPG
Grande Strega di Ghiaccio

Un boss molto ambito in Metin è la Grande Strega di Ghiaccio o più comunemente conosciuta come "La Strega". Sembra che si possa fare un acostamento e affermare che l'immagine di questo boss derivi dalla figura del folclore giapponese, ovvero la Yuki-onna (雪女 ; "donna delle nevi").
La Yuki-onna è una creatura soprannaturale del folclore giapponese appartenente alla classe degli yokai.

Yuki-onna

Aspetto

Essa appare come una bellissima donna alta, dai capelli lunghi, dalla pelle inumanamente pallida e talvolta perfino trasparente; quando appare di notte tra le nevi si confonde con il paesaggio. Talvolta indossa un kimono bianco, ma in altre leggende è nuda, con solo la faccia, i capelli e il pube in evidenza sulla neve. A dispetto della sua inumana bellezza, i suoi occhi provocano terrore nei mortali; inoltre nel camminare sulla neve non lascia orme.

Leggende

La yuki-onna, associata all'inverno e alle tempeste di neve, è secondo alcune leggende lo spirito di una persona morta al freddo nella neve. È allo stesso tempo bellissima e serena, eppure spietata nell'uccidere gli incauti viandanti. Fino al XVIII secolo, era quasi sempre ritratta come malvagia; oggi, invece, molte storie la descrivono in toni più umani, enfatizzando la sua natura spettrale e la sua bellezza effimera. In molte storie, le yuki-onna si rivelano ai viandanti intrappolati nelle bufere di neve, e usano il loro alito gelato per ucciderli e congelare il loro cadavere; in altre leggende invece si limita a condurli fuori dal sentiero per poi lasciarli morire assiderati.

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Nove Code

Un altro boss ispirato dalle leggende dell'asia orientale è il Nove Code.

Cina

Nelle leggende cinesi porta il nome di Huli jing (狐狸精) o jiuwei hu (九尾狐). Gli spiriti volpe che si incontrano nella saghe e nelle leggende sono per lo più femminili ed hanno l'aspetto di donne giovani e belle. Pertanto, questa figura mitologica è indicata spesso con il nome di donna volpe, "ovvero la donna che possiede le qualità - agilità, malizia, appetiti insaziabili, natura sfuggente - che la volpe ha nelle regioni del folclore e nel Classico della Poesia".
Uno dei più noti spiriti volpe della mitologia cinese era Daji, che è ritratto nel romanzo Ming Fengshen Yanyi.
Tipicamente gli spiriti volpe erano considerati pericolosi, ma molti racconti (ad esempio nella raccolta Racconti straordinari dello studio Liao di Pu Songling) hanno un lieto fine con una storia d'amore tra una donna volpe ed un giovane umano. In tali storie questi spiriti sono quindi rappresentati con emozioni umane, e sotto forma di donne (sempre giovani e belle...) possono perfino sposarsi ed avere figli.
Nel moderno gergo mandarino e cantonese, il termine huli jing è un'espressione dispregiativa per descrivere una donna che usa il suo fascino per sedurre gli uomini (specialmente quelli sposati) allo scopo di sfruttarli. In questo senso, è affine alla figura della femme fatale della cultura europea.

Corea

Nella mitologia coreana è conosciuta col nome di kumiho (구미호, hanja: 九尾狐), che significa letteralmente "volpe a nove code".
Secondo le leggende, una volpe che vive 1000 anni si trasforma in una kimiho.
Questa creatura si può trasformare in quello che desidera, ma spesso, come nella mitoliga cinese, la si ritrova come una bella giovane con l'intenzione di sedurre gli uomini. Anche se ha il potere di cambiare apparenza, rimane comunque qualcosa in lei che richiama la volpe; il suo aspetto esteriore cambia, ma la sua natura rimane la stessa.
Nella traformazione del kimuoh (구미호의 변신, Kumihoeui byeosin) , una kumiho prende l'aspetto di una sposa in occasione di un matrimonio. La madre della sposa è lei stessa incapace di notare la differenza. La kumiho non sarà scoperta che durante la prima notte di matrimonio, quando dovrà togliersi i vestiti.

Giappone

Questa figura è ripresa dalla famosa Kitsune (狐) che in giapponese significa semplicemente volpe. In Giappone vivono due sottospecie di volpi: la Volpe Rossa del Giapponee e la Volpe di Hokkaidō. Nella mitologia Giapponese sono considerati demoni, appartenenti anche'essi alla classe degli yokai.
La più antica storia nota di una sposa-volpe, che costituisce anche un'etimologia popolare della parola Kitsune, è un'eccezione alla norma in quanto non finisce tragicamente. In questa storia, la volpe assume le sembianze di una donna e sposa l'uomo, e i due, nel corso dei molti anni vissuti insieme, hanno diversi bambini; lei è costretta a rivelare la sua identità quando, terrificata da un cane, ritorna alle sembianze volpine per nascondersi, in presenza di testimoni. Si prepara quindi ad abbandonare la casa, ma il marito la ferma dicendo "Ora che abbiamo passato tanti anni insieme, ed io ho avuto da te molti figli, non posso dimenticarti. Per favore torna a dormire con me." La volpe acconsente, e da allora ogni notte torna dal marito con l'aspetto di donna, e ogni mattina se ne va con l'aspetto di volpe. Per questo è chiamata Kitsune, perché in giapponese antico "Kitsu-Ne" significa "Viene e Dorme" mentre "Ki-Tsune" significa "Torna Sempre".
Gli studiosi invece suggeriscono che le origini della parola "Kitsune" possano essere dovute ad un'onomatopea: "Kitsu" era il verso delle volpi secondo i giapponesi, "-Ne" è traducibile come "Rumore" perciò "Kitsune" identificherebbe l'animale attraverso il suo verso; però "Kitsu" non è più usato per indicare il verso della volpe da molto tempo, se mai lo è stato.
Nella mitologia giapponese, si credeva che questi animali possedessero una grande intelligenza, vivessero a lungo ed avessero poteri magici. Il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane; si dice che una volpe impari a far questo quando raggiunge una determinata età. Le Kitsune appaiono spesso con l'aspetto di una donna bellissima, una dolce ragazzina o un vecchio, ma mai come una donna anziana.
Altri poteri che sono spesso attribuiti alla Kitsune includono la possessione (vedi Kitsunetsuki sotto), la capacità di appiccare il fuoco con la/e coda/e o di sputare fuoco, il potere di entrare nei sogni e l'abilità di creare illusioni così complesse da essere quasi indistinguibili dalla realtà. Alcuni racconti vanno oltre, parlando di Kitsune con la capacità di piegare il tempo e lo spazio, di far impazzire, o di assumere altre forme oltre a quelle umane, come un albero altissimo o una seconda luna in cielo.
L'attributo fisico che più rappresenta una Kitsune è la coda, e ne può possedere fino a nove; generalmente, un maggior numero di code rappresenta una Kitsune più vecchia e più potente, e secondo alcune fonti la prima coda addizionale cresce solo dopo migliaia di anni, poi le altre in base all'età e alla saggezza acquisita. In ogni caso, le Kitsune che compaiono nei racconti popolari hanno sempre una, cinque, o nove code, forse a causa di qualche numerologia.
Quando una Kitsune arriva ad avere nove code, il suo pelo diventa argentato, bianco o dorato, e prendono il nome di Kyūbi no Kitsune (Volpe a Nove Code) guadagnando il potere della visione infinita.

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Hae-Tae

L'Hae-Tae spawnato sporadicamente durante gli eventi, è un animale mitologico tipico della mitologia cinese e coreana.

Satua di Haechi

Corea

In Corea è chiamato Haechi (해치) o Haetae (해태) è una creatura con sembianza simili a quella di un leone o di un cane con un piccolo corno sulla fronte; una campana al collo, e il suo corpo è ricoperto di squame. Si dice viva nelle aree di frontiera della Manciuria.
Si crede che abbia la capacità di vedere ogni cosa, di giudicare tra il bene e il male, che possa fermare e mandare indietro il tempo.
Secondo le leggende può mordere la luna, vengono così spiegate le varie fasi lunari.
Statuetatue di haetae sono state spesso utilizzate in architettura per fornire protezione del luogo e delle persone dai disastri naturali, in particolare quelli legati al fuoco.
L'Haechi è il simbolo di Seul, capitale della Corea del sud.

Cina

In cina è conosciuto come Xiezhi (獬豸); Dal momento che in alcuni racconti è descritta anche come somigliante a una capra, è chiamato anche Shenyang (神 羊 pinyin: shén yang).
Si crede che viva in terre selvagge e si dice che sia mangiatore di fuoco.
Nella letteratura cinese, richiami a questa creatura mitologica possono essere fatti risalire alla dinastia Han.
Viene utilizzato come simbolo della giustizia e del diritto.
Per questo motivo i poliziotti militari della Repubblica di Cina indossano distintivi con rappresentazioni dello Xiezhi, ed è anche inciso sulla martelletti nei tribunali.