Differenze tra le versioni di "Cultura in Metin2: Varie"

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Il torii (鳥居) è il tradizionale portale d'accesso giapponese che porta ad un santuario shintoista o, più semplicemente, ad un'area sacra.<br>
 
Il torii (鳥居) è il tradizionale portale d'accesso giapponese che porta ad un santuario shintoista o, più semplicemente, ad un'area sacra.<br>
 
La loro costante presenza nello shintoismo è dovuta al fatto che il passaggio sotto di esso è considerato una prima forma di purificazione, poi completata con le abluzioni rituali nelle immediate vicinanze del santuario. Le credenze popolari tendono ad identificarlo semplicemente come un simbolo di fortuna e prosperità. Per questo è costume che una persona che ha ottenuto successo negli affari doni un torii come segno di gratitudine agli dèi.<br>
 
La loro costante presenza nello shintoismo è dovuta al fatto che il passaggio sotto di esso è considerato una prima forma di purificazione, poi completata con le abluzioni rituali nelle immediate vicinanze del santuario. Le credenze popolari tendono ad identificarlo semplicemente come un simbolo di fortuna e prosperità. Per questo è costume che una persona che ha ottenuto successo negli affari doni un torii come segno di gratitudine agli dèi.<br>

Versione delle 21:27, 29 apr 2013

In questo capitolo si andrà ad analizzare tutto ciò che in Metin ha un collegamento con la realtà e non può essere messo in capitoli specifici.

Lo Yang

Moneta d'ottone da 1 fun del 1982
Moneta di rame da 5 fun del 1982
Moneta di cupronichel da ¼ yang del 1982
Moneta d'argento da 1 yang
Moneta d'argento da 5 yang

Come sappiamo lo Yang File:Yang.png è la moneta ufficiale di Metin2.
Non tutti sappiamo però che questa moneta è stata una vera valuta in Corea per un breve lasso di tempo che decorre tra il 1892 e il 1902.
Lo Yang (양/兩) era suddiviso in 10 jeon (전/錢) e 100 bun o fun (분/分); 5 yang corrispondevano a un hwan (환/圜).
La parola coreana "yang" è imparentata con quella cinese "tael" (pronunciata "liǎng" in cinese). Anche il termine "fun" (pronunciato "pun" ma scritto con una "f" sulle monete) è imparentato con una parola cinese, "fen", che indica un centesimo di yuan (cinese), mentre "hwan" è imparentato con la parola "yuan" stessa.
Le monete furono coniate in tagli da 1 fun, 5 fun, ¼ yang, 1 yang, 5 yang e 1 hwan. Tutte le monete recavano il titolo della stato, "Grande Joseon" (Grande Corea; 대조선; 大朝鮮).


Yang coreano - Monete
Taglio Composizione
1 fun Ottone
5 fun Rame
¼ yang Inizialmente cupronichel;

successivamente rame e argento.

1 yang 80% argento
5 yang
o
1 hwan( =5 yang)
90% argento

Il Ministero del Tesoro stampò una serie di banconote che non furono però mai emesse. I tagli erano da 5, 10, 20 e 50 yang.













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Torii

Torii tempio.jpg

Il torii (鳥居) è il tradizionale portale d'accesso giapponese che porta ad un santuario shintoista o, più semplicemente, ad un'area sacra.
La loro costante presenza nello shintoismo è dovuta al fatto che il passaggio sotto di esso è considerato una prima forma di purificazione, poi completata con le abluzioni rituali nelle immediate vicinanze del santuario. Le credenze popolari tendono ad identificarlo semplicemente come un simbolo di fortuna e prosperità. Per questo è costume che una persona che ha ottenuto successo negli affari doni un torii come segno di gratitudine agli dèi.

Varie tipologie di torii




La sua struttura elementare è formata da due colonne di supporto verticali e un palo orizzontale sulla cima e frequentemente viene dipinto in colore vermiglio. Tradizionalmente sono fatti di pietra o legno, ma in tempi recenti i costruttori hanno iniziato ad usare anche l'acciaio o il cemento armato. Generalmente i torii si trovano a gruppi di tre, ma fuori dai templi o dai luoghi di culto non manca mai. Il numero è tuttavia variabile. Tuttavia anche se la struttura elementare è quella esistono varie tipologie di torii.


Parti Principali

I torii appartengono a due famiglie principali, quella del Shinmei torii, stile utilizzante solo travi diritte, e quella del Myōjin torii (di gran lunga la più comune), che utilizza invece anche travi ricurve.



Strutturalmente un torii è caratterizzato da nove elementi, non tutti sempre presenti:


Parti torii.png
  • il kasagi, la trave a cavallo delle due colonne
  • lo shimaki, una seconda trave a volte presente sotto il kasagi
  • il nuki, trave secondaria sotto il kasagi e lo shimaki che collega e tiene insieme le due colonne
  • i kusabi, cunei che fermano il nuki;
  • il gakuzuka, supporto situato tra shimaki e nuki a sostegno del primo e a volte recante un'iscrizione
  • gli hashira, le colonne cilindriche che sostengono la costruzione
  • i daiwa, i capitelli delle colonne
  • i daiishi o kamebara, le basi di quest'ultime
  • i nemaki, guaine nere (o a volte di altro colore) alla base delle colonne

Le colonne possono avere una certa inclinazione verso l'interno detta uchikorobi.


Curiosità

Il torii è anche il simbolo che rappresenta la religione Shintoista, come lo è la Croce per il cristianesimo o la Stella di Davide per l'ebraismo.

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Paifang

Paifang in un villaggio
Paifang d'entrata al Dunedin garden,New Zealand

Paifang (牌坊) o anche Pailou è un'architettura tradizionale cinese a forma di arco.
La parola Pai-fang, in origine, era un termine usato per descrivere i due livelli più elevati della suddivisione amministrativa delle città cinesi. La suddivisione più ampia nelle antiche città cinesi era il Fang (坊), l'equivalente di un attuale quartiere. Ogni fang era circondato da mura e le porte d'accesso venivano chiuse e sorvegliate ogni notte. I fang erano a loro volta suddivisi in vari Pai (牌), ciascuno dei quali, a sua volta, era composto da svariati hutong. Questo sistema di suddivisioni amministrative raggiunse un elevato livello durante la dinastia Tang, e perdurò sotto le dinastie successive.

Paifang al Chen Clan Academy, Guangzhou

Inizialmente, quindi, il Paifang era la porta d'accesso del fang, ma a partire dalla dinastia Song si evolse in un monumento puramente decorativo.
I Paifang si presentano sotto molteplici forme.
Una delle più tipiche è caratterizzata da pilastri lignei posizionati sopra un basamento di pietra e collegati tra loro da travi in legno. Questo tipo di arco è riccamente decorato: i pilastri solitamente sono colorati di rosso, le travi sono arricchite da intricati disegni e da calligrafie cinesi e il tetto è coperto da tegole colorate e bestie mitologiche.
Un altro tipo di Paifang è quello strutturato come un vero e proprio arco di pietre o mattoni, coi muri dipinti in bianco o rosso o decorati da tegole colorate.
Un altro tipo ancora, costruito perlopiù su terreni sacri o cimiteri, consiste di pilastri e travi in pietra bianca senza tegole di copertura o decorazioni, se non elaborate incisioni prodotte dai mastri scalpellini.
Fuori dalla Cina, il Paifang è spesso il simbolo delle Chinatown.

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Scarpe di Qilin

Statua di un Qilin


Le tanto agognate Scarpe di Qilin che sono presenti in gioco si rifanno anch'esse a qualcosa di realmente esistente nelle tradizioni orientali.

File:Boots15410.png
Scarpe di Qilin

Il Qilin (麒麟), noto anche come Kylin, Kilin o Kirin, è una creatura della mitologia cinese e giapponese simile ad una chimera, avendo la testa ed il petto di un drago,un corno sulla fronte, il corpo circondato da fiamme a rappresentare le ali e la coda e le gambe da cavallo. La parola è composta da due parti: Qi che significa maschio e Lin che significa femmina. La leggenda narra che appaia in contemporanea alla nascita o alla morte di un uomo saggio o di un Imperatore. Si pensa sia una creatura che porta fortuna e prosperità, per questo motivo è spesso ricamato su vestiti o ritratto in molte opere d'arte. Inoltre è frequentemente associato al punto cardinale dell'ovest. Ciò è più comune in Cina che in Giappone.
Gli orientali si sono spinti fin oa rendere tale figura leggendaria la reincarnazione dei cinque elementi: Terra, Aria, Acqua, Fuoco ed Etere, di cui tutte le cose sono fatte.

Nella lingua giapponese moderna, inoltre, tale nome è utilizzato per indicare la giraffa.



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Gunbai

File:Fiero Fanatico Oscuro.jpg
Fiero Fanatico Oscuro
Un gunbai

Tutti abbiamo incontrato almeno una volta il Fiero Fanatico Oscuro e avremmo visto più volte la strana arma che tiene in mano, quell'arma ha un'origine molto antica è non è una pura invenzione. L'arma in questione si chiama gunbai (軍配 abbreviazione per 軍配団扇 gunbai uchiwa) ed è una tipologia di ventaglio da guerra giapponese.
Realizzati in legno od in legno ricoperto da placche metalliche i Gunbai erano ventagli rigidi usati dai samurai per comunicare gli ordini ai propri commilitoni.

Ad oggi continuano ad essere usati nel sumo dai Gyōji, i quali designano il vincitore degli incontri indicandoli con il ventaglio. Da questo uso è derivata una nomenclatura peculiare di questo sport: i Gyōji vengono spesso soprannominati Gunbai.



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Porcellana Seladon

Vasetto in porcellana Seladon

L'arte della ceramica è un arte molto antica di origine orientale. Per questo motivo possiamo trovare in metin la figura del vasaio Yonah. Tra le tante missioni esistenti in gioco, a livello 53 una in particolare si chiama Porcellana Seladon. Questo tipo di porcellana esiste realmente ed ha ovvie origini orientali. Il celadon è un tipo di ceramica, proprio della Cina (cinese: 青瓷 ) e dell'Estremo Oriente, tipico della Corea del periodo Koryŏ (918-1392), che utilizza una vetrinatura (cioè uno smalto vetroso) verde o blu-grigia traslucida. Le ceramiche celadon dell'epoca Koryŏ sono gli oggetti d'arte coreani più conosciuti al mondo. Si trovano tuttavia celadon primitivi in Cina, dove fu inventato nella regione di Yue.

File:Yonah.jpg
Vasaio Yonah

l colore blu verde del celadon proviene da una piccola quantità di ossido di ferro inclusa nella vetrina al momento della cottura in atmosfera riducente,Una cottura ossidante (con una grande quantità d'aria) dà alla vetrinatura un colore giallo bruno. Capita che, durante il raffreddamento, il forno si riossigeni e alcuni vasi presentino entrambi i colori. I vasi del periodo Koryŏ utilizzavano anche l'applicazione di decori all'ingobbio neri o bianchi, depositati nelle incisioni fatte nell'argilla ancora umida e il cui eccesso viene poi asciugato.
Questa tecnica dà un effetto prossimo a quello dell'intarsio. I celadon sono generalmente monocromi, talvolta non decorati, ma più spesso ornati da motivi semplici e finemente messi in rilievo.

La gru, uccello simbolo di longevità e di felicità, è frequentemente rappresentata sui celadon coreani.


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Yongan

Yongan1.png



Il primo villaggio del regno di Shinsoo Flag red.png si chiama Yongan.
Il nome del villaggio non è del tutto casuale, infatti la città di Yong'an esiste veramente. Yong'an (Cinese: 永安; Pynyin: Yǒng'ān )è una città medio-piccola nel centro-ovest della provincia di Fuijan della Repubblica Popolare Cinese. La città è posizionata vicino al fiume Sha e dista 300 kilometri circa da Fuzhou la capitale della provincia. Conta un numero di abitanti pari a 319 000. La città è conosicuta per lo più per le sue ricche risorse naturali e per un apparato industriale relativamente importante.


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Nomi NPG

Alcuni nomi di NPG sembrerebbero essere rimasti quelli originali coreani.
Ah-Yu, Baek-Go, Chuk-Sal, Deokbae, Handu-Up, Seon-Hae e molti altri sono tipici nomi coreani.
I nomi coreani sono di solito formati da tre sillabe: un cognome composto da una sillaba, seguito da un nome formato da due sillabe; nella traduzione in caratteri romani spesso li si trovano separati da un trattino.
Di solito i nomi sono basati sui caratteri cinesi, e spesso hanno un significato particolare. Ad esempio “Seon” significa bontà, “Yeong” giovinezza, “su” acqua,”Seung” vittoria.
Uno dei caratteri del nome, cioè una delle ultime due sillabe, è talvolta usato per identificare la generazione, e in tal caso è lo stesso per fratelli, sorelle e cugini, mentre l'altro è il nome personale.
Per quanto riguarda i cognomi, ne esistono circa 300 comunemente diffusi in Corea, i più comuni sono Kim, Lee, Park e Choi che rappresentano circa il 50% di tutti i cognomi. I nomi sono generalmente formati da due sillabe, ma certi possono averne anche una o tre.

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Campane buddiste

Padiglione con campana situato a Jinno

Le campane coreane sono fortemente legate alla tradizione buddista e si possono trovare anche su Metin.
I buddisti credevano che il suono melodioso delle campane dei templi trasportassero le parole del buddha, portando pace e conforto agli uomini sollevandoli dalle fatiche della vita quotidiana e consolandoli dalle quattro angosce, quella della nascita, della malattia, della vecchiaia e della morte. Si crede anche che il suono delle grandi campane divine possa allontanare gli spiriti maligni e preservare il paese da invasioni e dai disastri naturali.
Non si conosce con precisione il periodo in cui le campane hanno fatto la loro comparsa in Corea, quello che è certo è che questa arte ha conosciuto il suo apice durante il periodo Silla unificato (668-935).

Il padiglione Bosingak a Jongno, Seul

Le campane coreane hanno di solito grandi bande con decorazioni floreali sulla parte superiore o inferiore. In cima vi è un gancio a forma di un drago che si contorce, al quale è attaccato un tubo di risonanza. Caratteristica unica delle campane coreane, il tubo di risonanza, che è bucato e si estende nell’interno della campana, gioca un ruolo importante nell’esaltare la chiarezza e la vibrazione del suono. Al di sopra della banda inferiore di motivi vi sono due punti, dalle parti opposte della campana, per indicare dove si può colpire con il grosso palo che funge da battacchio esterno. I lati, fra i punti dove si può colpire, sono di solito decorati con incisioni di fanciulle celesti, o con figure di persone che fanno offerte.
La più antica campana esistente è quella di Sangwonsa. Misura 1,67 m di altezza e 91 cm di diametro massimo. Fu creata sotto il regno di Songdok nel 725. Una seconda campana tra le meglio conservate è quella di Pondoksa, con i suoi 3,30metri di altezza e 2,27 metri di diametro è stata dichiarata tesoro nazionale.


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Lanterne di pietra

Lanterna di pietra nel tempio di Beomeosa, Busan
Lanterna di pietra in Metin

(In Giapponese dai-dōrō (台灯籠))
Anche le lanterne di pietra sono legate alla tradizione buddista, esse si possono infatti trovare nei pressi dei templi o delle tombe e il loro uso si è diffuso in contemporanea con la diffusione del buddismo in Cina Giappone e Corea.
Attualmente in Corea vi sono all'incirca 280 lanterne di pietra. È interessante notare quanto siano numerose rispetto agli altri paesi asiatici. Non si conosce precisamente il motivo di questa abbondanza, ma sicuramente ciò fu dovuto all'influenza della dottrina buddista.
La loro funzione era di illuminazione ma venivano anche usate a scopi ornamentali.
Ci sono circa 9 categorie principali di lanterne di pietra a base di forme generali e oltre 75 sub-categorie. Tutti dispongono di una sezione superiore scavata per accogliere il fuoco, mentre gli altri elementi possono variare.
In Metin si possono trovare sparse per i primi villaggi.

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